Crisi di governo: perché lo spread sale nuovamente?!

crisi di governoIn questi giorni l’Italia è alle prese con l’ennesima crisi di governo!
Purtroppo, noi italiani siamo oramai abituati a convivere con queste crisi. Non riusciamo a portare a termine una legislatura ormai da tempi immemori! Non sono, invece, così assuefatti i mercati finanziari. E dinanzi alla nuova possibilità concreta che anche il governo Draghi possa essere giunto al capolinea, la reazione dei mercati non si è fatta attendere: giù la borsa italiana e su lo spread!

Draghi al Colle e lo spread risale!

La reazione dei mercati, di fronte alla crisi di governo, è stata puntuale come un orologio svizzero! Lo spread ha rialzato nuovamente la testa e tra gli investitore è iniziato a diffondersi nuovamente il panico! Ma perché il rialzo dello spread fa così paura!?
Cos’è lo spread lo abbiamo approfondito in un articolo dedicato cui rinviamo. Qui, ci limiteremo a scrivere che con questo termine non si vuole altro che indicare il differenziale, e quindi, la differenza che c’è tra il rendimento di un titolo di Stato di un Paese e quello di un altro Paese preso a riferimento.
Di solito i titoli di Stato di riferimento appartengono a economie considerate solide. In Europa generalmente il Paese di riferimento per misurare lo spread è la Germania.
In Italia, non a caso si parla di spread Btp-Bund, dove il Bund non è altro che il titolo di Stato tedesco.

Il differenziale di rendimento per convenzione non si esprime in termini percentuali, ma in valore assoluto la cui unità di misura è il “punto base“.
Per cui se lo spread è 130 significa che i titoli di Stato italiani (btp) rendono l’1,3% in più  di quelli tedeschi! Quindi per conoscere il differenziale di rendimento in termini percentuali è sufficiente dividere per 100, lo spread espresso in punti base!

Perché lo spread sta risalendo?

Lo spread possiamo considerarlo un vero e proprio termometro per misurare la “febbre” degli operatori di mercato! Se il differenziale di rendimento sale vuol dire che la temperatura, e quindi, la tensione tra gli investitori sta aumentando e ciò accade quando le prospettive sul futuro di un paese non sono delle migliori!

Una crescente sensazione di instabilità di un paese, e la crisi di governo va certamente in tale direzione, lo rende meno sicuro e quindi il rischio credito percepito aumenta.
In altri termini, gli operatori di mercato iniziano a dubitare sulla capacità del paese di riuscire ad onorare i propri debiti e quindi rimborsare alla scadenza i titoli di Stato sottoscritti dagli investitori.

A questo punto molti investitori preferiscono vendere i titoli in portafoglio e questo ne genera una caduta delle quotazioni. Il crollo del prezzo dei titoli di Stato genera un aumento del rendimento dei titoli stessi e quindi dello spread!

Per questo motivo lo spread può essere utilizzato per misurare il grado di fiducia che gli investitori hanno nei confronti di un paese.

Questo spiega perché una crisi di governo ha ripercussioni immeditate sullo spread. Chiaramente l’intensità della variazione dello spread dipende da diversi fattori.
Ad esempio, quando cadde il recente governo Conte le tensioni sullo spread furono limitate perché i mercati si attendevano come suo successore Draghi. Uomo che ha mostrato le sue doti da governatore già quando era a capo della BCE.

Ora, il quadro è certamente diverso in quando i mercati non vedono nulla di buono al post-Draghi! Inoltre, il rapporto debito pubblico/Pil a 150% non fa presagire nulla di buono!

Quali conseguenze dell’aumento dello spread?

L’aumento dello spread per sua natura ha una relazione diretta con il costo del debito pubblico. La conseguenza più immediata e quindi l’aumento della spesa per interessi del debito pubblico. Un dato che accentua la difficoltà dell’Italia di riuscire a ridurre il debito pubblico già fuori controllo al 150% del PIl!

Inoltre, un’instabilità di governo mette sicuramente in pericolo la crescita economica le cui stime ultimamente sono state già tagliate dall’Istat. Ed un rallentamento delle crescita indice ancora una volta sull’andamento del debito pubblico.

Debito pubblico elevato, riduzione delle stime di crescita dell’economia, potrebbero spingere a inopportune ma necessarie politiche restrittive, come l’aumento della tassazione con conseguente riduzione del potere d’acquisto delle famiglie già messo a dura prova dall’inflazione alle stelle.
Insomma, come poi facilmente capire l’aumento dello spread indotta dalla crisi di governo, potrebbe innescare un circolo vizioso dal quale potrebbe essere non facile uscirne e soprattutto in tempi non brevi!

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Buon investimento!

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