Obbligazioni a tasso variabile: conviene investire ora?
Nelle ultime settimane i rendimenti obbligazionari sono saliti e magari ti starai chiedendo se ora convenga o meno investire in obbligazioni a tasso variabile. In fondo, se i tassi salgono con le obbligazioni a tasso variabile si dovrebbe ottenere progressivamente rendimenti più alti.
Vediamo cosa ci può riservare il futuro per questo genere di investimento, ma in primo luogo vediao di cosa stiamo parlando.
Cosa sono le obbligazioni a tasso variabile
Beh, facilissimo, si tratta di titoli obbligazionari la cui cedola non è fissa ma varia al cambiare di determinati parametri.
Ad esempio, molte obbligazioni a tasso variabile hanno un rendimento legato all’Euribor a 3 o 6 mesi. Altre obbligazioni possono essere legate al Libor, mentre ad esempio in Italia l’obbligazione a tasso variabile più diffusa è il CCT, il cui rendimento è legato a quello dei BOT.
Un’altra tipologia di obbligazioni a tasso variabile sono le obbligazioni inflation linked, il cui rendimento è legato all’andamento dell’inflazione.
Come vedi, questo genere di obbligazioni ha dei rendimenti legati a parametri di mercato monetario o all’inflazione. Se salgono i tassi o aumentano i prezzi, allora i rendimenti di questi titoli saliranno di conseguenza.
Per questo motivo, le obbligazioni a tasso variabile sono l’ideale per non subire perdite di profitto dovute all’aumento dei tassi e per proteggersi dall’inflazione.
Naturalmente, se i tassi e/o l’inflazione scendono, allora le obbligazioni a tasso variabile avranno un rendimento che sarà inferiore rispetto ad una obbligazione a tasso fisso.
In questo momento, con i tassi ai minimi e l’inflazione vicina a zero o negativa, quante probabilità ci sono che questi possono scendere ancora? Te lo dico io, pochissime.
Da questo punto di vista, comprare un’obbligazione a tasso variabile ha un rischio molto basso.
Tuttavia, credo anche che ci siano poche probabilità che i tassi salgano.
I tassi possono restate bassi per molto tempo ancora.
L’economia mondiale rimane ancora fragile e, soprattutto, legata molto ai bassi tassi. Con gli alti volumi di debito in tutto il mondo occidentale (ma anche in Cina e Giappone), tassi troppo alti metterebbero a serio rischio le finanze sia dei privati, sia dei governi.
Molte forze, inoltre, spingono per tenere bassa l’inflazione. I prezzi di materie prime e petrolio restano bassi, la produttività sta aumentando notevolmente ovunque grazie alla robotica e al progresso tecnologico, In molti settori c’è eccesso di produzione.
Nonostante la volontà della FED di tornare ad alzare i tassi, non credo che potrà esserci un aumento del costo del denaro simile a quello a cui siamo stati abituati nei decenni passati, almeno non nell’immediato.
Pertanto, nonostante un piccolo aumento dei tassi potrà ancora continuare ad esserci, non credo che questo potrà essere tale da rendere le obbligazioni a tasso variabile competitive con i pur bassissimi tassi fissi. Attualmente, l’unica tipologia di titoli a tasso variabile che hanno un senso sono quelli inflation linked, perché l’inflazione almeno non è negativa (o lo è leggermente).
In generale, però, tutto il comparto obbligazionario è da evitare in questo momento, visto che sull’azionario si possono ottenere rendimenti ed opportunità ben più interessanti.
Buon investimento.
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molto chiaro ed esaudiente
Ciao Anonimo,
mi fa piacere che lo reputi un articolo utile. Mi fa piacere.
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a presto,
Roberto.