Mercati finanziari ee economia reale: una nuova depressione?

Le news economiche, in questo periodo,
non potrebbero essere peggiori. Le società
stanno presentando i dati del terzo trimestre
e non sono dati positivi. Mentre gran parte
di questi risultati erano già stimati dagli
analisti, tanto che nonostante i brutti conti
spesso le stime sono state battute, dal
punto di vista dell’economia la cosa non
è affatto positiva. Anche perchè dopo i
risultati di questo terzo trimestre, arriveranno
quelli del quarto e probabilmente saranno
ancora peggiori.

L’andamento dei mercati in questo 2008
ha già anticipato una grossa contrazione
dell’economia nel 2009. Infatti, sono sicuro
che l’anno che sta entrando sarà piuttosto
duro. La disoccupazione tornerà ad essere
un problema serio nelle economie occidentali.
Se nel recente passato uno dei problemi,
soprattutto nella generazione più giovani,
era quello di non trovare un lavoro ben
remunerato o adeguato al proprio livello
di studi, nell’anno che sta entrando il
problema potrebbe essere proprio quello
di trovarlo un lavoro, di qualsiasi tipo,
anche manuale.

La causa di questa crisi va ricercata in
primo luogo nell’espansione monetaria
degli anni ’90 e della prima parte del nuovo
millennio. La massa monetaria, in questo
periodo, è cresciuta stabilmente ad un
ritmo tra il 6 e l’8%, e questa è vera
inflazione monetaria.

Dal 2008, la massa monetaria ha iniziato
a stabilizzarsi e addirittura a contrarsi.
In America, l’MZM (money zero maturity,
aggregato di breve termine) è stabile nei primi
mesi del 2008 e in contrazione nei mesi più
recenti. Anche l’aggregato M2 è in contrazione
e solo ad ottobre, in piena crisi dei mercati
e a seguito degli interventi delle banche
centrali, c’è stata una grossa sparata verso
l’alto. Ma questa è una sorta di “una tantum”
di emergenza, la tendenza resta la contrazione.

Mentre alcuni cercano la similitudine con le
crisi recenti o con quella degli anni ’70,
purtroppo questa crisi ha alcune similitudini
con quella ben peggiore del ’29.

In America’s Great Depression di M.Rothbard,
un libro che sto rileggendo questi giorni, è
riportato come nel corso degli anni ’20 la
massa monetaria aumentò al ritmo del 6%
l’anno. Qualche similitudine con quanto
scritto sopra?

Ad inizio del ’29, la massa monetaria iniziò
a stabilizzarsi. Il precedente boom, non trovando
più linfa, divenne presto una crisi, quindi ulteriori errori
di politica monetaria e soprattutto economica
la trasformò in depressione. Il mercato anticipò
la crisi crollando nel ’29. Nel ’30, la depressione
si stava sviluppando nel’economia reale.

Conseguentemente, non essendoci modo di
evitare una crisi susseguente ad un boom
creato dall’espansione monetaria eccessiva,
il 2009 probabilmente non sfuggirà alla
crisi.

Tuttavia, non dobbiamo essere così pessimisti
da ipotizzare un nuovo ’29.

In primo luogo, pensiamo che questa crisi
non inizia oggi ma parte dal 2000. Allora,
il crollo dei mercati non fu “benevolo” e
anche l’economia reale subì un discreto
“stop”. Sono seguiti alcuni anni positivi
ed ora siamo di nuovo a rischio recessione.
Per molti versi, questa è già una seconda fase
della crisi. In altri termini, in parte abbiamo
già dato.

In secondo luogo, il mercato oggi è
probabilmente molto più integrato a
livello mondiale. Se questo per alcuni è
una minaccia, a mio avviso è anche una
cosa positiva. La specializzazione produttiva
permette di produrre beni e servizi in
modo efficiente e in ultima fase aumentarne
la quota disponibile per ognuno. Sempre
che anche oggi non vengano fatti errori
eccessivi in politica economica.

In ultimo, limitandoci al nostro paese
ed essendo un inguaribile ottimista, forse
le minori risorse a disposizione potrebbero
permettere, una volta tanto di mettere
mano veramente alla spesa eliminando i
molti, troppi sprechi. Capisco che sembra
un’utopia, ma in genere gli italiani nelle emergenze
sono capaci di miracoli.

Tornando al mercato, non dobbiamo mai dimenticarci
che esso è una “discounting machine”. Nel momento
in cui escono dati societari o macroeconomici,
ci sono buone probabilità che esso le abbia
già incorporate nei prezzi. I mercati sono
delle grandi “discounting machines”, ma non
perfette. Il problema è quello di vedere
cosa e quanto dei futuri problemi dell’economia
reale (che sicuramente ci saranno, su questo non
ci sono speranze), sia già incorporato in uno dei
più grandi e repentini ribassi della storia.
Personalmente, mi auguro che gran parte
della crisi sia già scontato dal mercato.

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