Domande e Risposte – parte 1
La situazione attuale, molto critica, volatile e, soprattutto, piuttosto
nuova dal punto di vista storico, genera molte paure ed interrogativi.
Nel corso degli ultimi mesi ho ricevuto diverse domande dai vari
abbonati alla mia newsletter premium Trend e Strategie di Investimento
e nel corso di due post vorrei riassumere queste domande e le relative
risposte.
Iniziamo oggi con le prime tre e poi ne vedremo altre tre in un successivo
post.
Domanda: Come proteggere la liquidità in questo momento? In banca è sicura?
Risposta: in tempi normali il denaro in banca è relativamente sicuro. In
questi tempi in cui c’è un rischio di default del sistema bancario, è indubbio
che il rischio c’è. E non è possibile nemmeno dire se è più sicura
questa o quella banca. Valutare un bilancio bancario è molto complesso (spesso
persino per chi lo redige) e in ogni caso il sistema finanziario è così
interconnesso che anche una banca solida può andare in default in caso di
fallimenti sistemici.
Inoltre, se non erro con il deposito bancario in c/c la proprietà del denaro
passa alla banca, mentre il risparmiatore ha un diritto di credito verso la
stessa. In caso di default, quindi, si sarebbe creditori privilegiati,
ma se non c’è nulla da liquidare…
Per contro, c’è sempre la garanzia Fondo per la Tutela dei Depositi fino ad
un certo ammontare, ma se salta qualcosa come Unicredit o Intesa credete che
ci siano risorse a sufficienza?
Un passo migliore rispetto al detenere liquidità in c/c è detenere fondi/ETF
di liquidità. Questi investono in titoli statali a brevissimo. Possono subire
perdite in caso di default importanti (es. Italia), ma se dovesse
fallire la banca non dovrebbero darvi problemi perchè voi li detenete in
banca in semplice deposito, ma la proprietà resta vostra. Ho comunque usato
il condizionale perchè potrebbero esserci problemi o tempi tecnici prima di
riuscire a rientrarne in possesso.
Il contante, alla fine, è la soluzione migliore per certi versi. Attenzione,
però, che da tempo il fisco tiene d’occhio i prelievi “sostanziosi”. Se, per
dire, ritirate 20-30.000 euro o più in poco tempo, potreste finire sotto
controllo. Inoltre, considerate che se alla fine non succederà nulla ma voi
subite una rapina in casa, il risultato sarà ben peggiore di un default.
Un’alternativa è diversificare. Un po’ di contante (per 6-12 mesi di spese),
un po’ di c/c, qualche fondo monetario.
Domanda: può esser euna buona idea detenere valute estere come dollari, franchi
o yen?
Risposta: sì. Diversificare per valuta è cosa buona sempre ed ora ancora di più.
Il dollaro resta la valuta di riserva mondiale. Può scendere, ma difficilmente
rischierà di scomparire come, inutile dirlo, sta rischiando di fare l’euro. Per
quanto riguarda lo yen, ci si può non credere, ma è una delle valute più forti
degli ultimi 10 anni, mentre il franco svizzero mantiene comunque il suo status
di “safe heaven”.
Se detenuti su banche italiane ci sono comunque sempre alcuni dei rischi
considerati nella domanda precedente.
Domanda: è conveniente portare i soldi in Svizzera?
Risposta: tutti gli italiani ricordano il prelievo dai c/c fatto dal governo
Amato nel ’92. I meno giovani perchè lo subirono, i più giovani perchè ne
hanno sentito parlare. La ritengo una cosa davvero ignobile ed è normale che a
distanza di quasi 20 anni resti questa paura.
Un conto in Svizzera è la cosa migliore per proteggersi da un evento del genere.
E anche per proteggersi da un eventuale default del paese.
Ma valutate bene i costi. Se il paese va in default, con connesso crollo del
sistema bancario, o aspettate che questo torni a funzionare, o dovrete recarvi
fisicamente in Svizzera per prendere il contante.
Se delocalizzati legalmente, probabilmente non sfuggirebbero ad una patrimoniale.
In altri termini, tutto dipende dall’entità dei vostri risparmi. Ritengo che
oltre 2-300.000 di capitale in deposito presso una banca detenerne una quota in
un paese sicuro puo’ essere una buona cosa. Per piccoli patrimoni (sotto i
50.000 euro) credo siano costi inutili. A questo punto meglio un po’ di
contante e altro indicato nella precedente domanda.
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