La politica monetaria prossima ventura

In settimana, la Banca Centrale australiana
ha tagliato i tassi portandoli al 3,25%
dal precedente 3%.

L’Australia è stato l’unico paese
del G-20 a registrare una performance
positiva nel primo semestre 2009 e
con i prezzi delle commodity
in ripresa la Banca Centrale ha
ritenuto necessario iniziare a ridurre
lo stimolo monetario (anche se in
assoluto i tassi restano bassi).

Nelle scorse settimane, anche la
FED aveva dichiarato che stava
iniziando a ridurre l’entità degli
stimoli monetari e la stessa cosa
sta succedendo in Europa.

In qualsiasi parte del mondo e,
ovviamente, nelle aree principali,
quella del dollaro e quella euro,
chi governa l’economia è ora
tra due fuochi.

Dopo un’espansione monetaria
senza precedenti per fronteggiare
la crisi del 2008 ed alleviare le
tensioni del sistema bancario e finanziario,
ora è necessario da un lato ridurre
gli stimoli per evitare che parta
un’inflazione pericolosa e difficile da
controllare nei prossimi mesi , dall’altro,
però, la riduzione dello stimolo non
deve essere eccessiva, perchè altrimenti
questo frenerebbe una ripresa che
al momento è solo allo stadio embrionale
e, per questo, piuttosto fragile.

In ogni caso, è probabile che, salvo
grosse sorprese, la mossa della Banca
Centrale australiana sarà seguita anche
dalle altre, naturalmente con tempistiche
diverse. Per l’Europa, credo che se ne
parlerà da metà 2010 in avanti.

Dal punto di vista dei mercati, il rialzo
dei tassi nelle prime fasi è generalmente
favorevole per la salita delle quotazioni.
O, meglio, per il suo proseguire.

Gli operatori interpretano l’aumento
dei tassi positivamente all’inizio, perché
ritengono che questo segnali un’economia
in ripresa. Così successe, ad esempio,
dal 2004 in poi, ma anche negli anni ’80,
quando Volker portò i tassi a due
cifre per combattere l’inflazione. Dall’84
all’87, i mercati accompagnarono questa
politica con un forte Bull Market.

Attenzione però, perché generalmente
le Banche Centrali tendono ad esagerare
nelle loro mosse. Come hanno esagerato,
probabilmente, a portare i tassi quasi
a zero, è probabile che esagereranno
anche nei futuri rialzi. Dopo decenni di
inflazione monetaria, la struttua produttiva
ed economica è molto reattiva allo stimolo
monetario. Non solo la distruzione, ma
anche il rallentamento della crescita della
massa monetaria puo’ bastare a mettere
in seria difficoltà l’economia e, con essa,
i mercati finanziari.

A partire dal 2010, quindi, dovremo
prestare molta attenzione ad eventuali
cambi di trend.

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