Acquisto di azioni proprie: un elemento da non sottovalutare in questo periodo!
L’acquisto di azioni proprie è uno degli elementi che determinano il rendimento dell’investimento azionario e oggi ti spiegherò perché in questo momento è una componente molto importante.
Non solo, ti spiegherò anche perché la sottoscrizione di azioni proprie è particolarmente conveniente in questo periodo e quando diminuirà, probabilmente saremo vicini alla fine del Bull Market attuale!
Acquisto di azioni proprie: cosa significa?
Il riacquisto di azioni proprie si ha quando un’azienda impiega la sua liquidità per acquistare sul mercato il proprio titolo, con il risultato che, dopo l’operazione, il valore della società sarà ripartito su un quantitativo minore di titoli e quindi il valore dell’azienda per singola azione crescerà.
Una cosa senza dubbio positiva per l’investitore. L’acquisto di azioni proprie non aggiunge nulla al valore generale del business della società in quanto la liquidità non viene impiegata per investimenti che faranno crescere ricavi e utili complessivi. Per certi versi la sottoscrizione azioni proprie può essere vista come una particolare forma di dividendo.
In pratica, una società che realizza un utile di 100 può decidere di usarne una parte per pagare dividendi, una parte per essere reinvestita nel business e una parte per riacquistare azioni proprie.
Warren Buffett, il più grande investitore del mondo, è uno grande fan delle aziende ben gestite che comprano grandi quantità di azioni proprie.
Negli ultimi anni il riacquisto di azioni proprie ha toccato i massimi e siamo solo leggermente sotto il top del 2007.
Se una società deve finanziare investimenti per 1.000, può farlo ad esempio con 600 di capitale proprio e 400 di debito.
Capitale proprio e debito, però, debbono essere remunerati, hanno cioè un costo.
Il costo del debito, è facile da capire, è dato dagli interessi.
Ma quale è il costo del capitale proprio? In fondo, chi ha investito in azienda vuole vedere il capitale crescere e/o avere una rendita sotto forma di dividendi.
Quanto costa il capitale proprio per le aziende quotate in Borsa?
Andiamo per ordine con il calcolo.
Attualmente, l’S&P500 ha un prezzo/book value pari a 2,93, il che vuol dire che su un prezzo di Borsa di 100 dollari, il capitale proprio contabile delle società dell’indice è pari a 34,13 dollari.
Sempre attualmente, il dividend yield dell’S&P 500 è del 2,04%, il che vuol dire che per ogni 100 dollari di prezzo di Borsa le aziende dell’indice pagano in dividendi 2,04 dollari.
Ora possiamo scoprire quale è il costo del capitale proprio. Se mediamente le aziende dell’S&P 500 pagano 2,04 dollari in dividendi per ogni 34,13 dollari di valore contabile, il costo medio del capitale proprio è pari al 5,97% circa (2,04/34,13).
Perché le società è conveniente sottoscrivere azioni proprie?
Quanto calcolato nel paragrafo precedente è solo il costo per dividendi. A tale costo deve essere aggiunto anche il costo per il riacquisto di azioni proprie al fine di sostenere il prezzo dei titoli in Borsa e offrire una remunerazione ulteriore ai propri soci.
Ai nostri fini, comunque, non è importante quantificare questa seconda componente, perché anche quel 5,97% di costo per dividendi è già molto di più del costo del capitale di debito, che molte grandi corporation possono acquisire oggi con tassi di interesse dell’1% o 2% anche su scadenze abbastanza lunghe.
Il risultato è che sempre più società in questo periodo hanno interesse a ridurre il capitale proprio ed aumentare il capitale di debito e lo strumento con cui lo fanno più rapidamente è proprio tramite il riacquisto di azioni proprie.
Sottoscrizione azioni proprie: è sempre utile?
Prima o poi, però, i tassi saliranno al punto tale da non rendere più questa pratica conveniente. A quel punto, ecco quale sarà l’effetto combinato:
1 – Gli oneri finanziari saranno più alti con evidente impatto sull’utile dei prossimi esercizi
2 – Il multiplo P/E di Borsa si ridurrà (per effetto della diminuzione dell’utile di cui al punto 1)
3 – La remunerazione delle azioni sarà più contenuta
Questa situazione è ancora lontana, tanto che io ripeto spesso che ci sia da guadagnare molto con il mercato azionario nei prossimi mesi e forse anni.
Ma prima o poi questa situazione si verificherà e a quel punto dovremo prepararci per un nuovo Mercato Orso.
Limiti nell’acquisto di azioni proprie
Prima di lasciarti voglio precisare che le società non possono disporre liberamente dell’acquisto o riacquisto di azioni proprie.
Il codice civile parla chiaro: è dispone all’articolo 2357 e successivi che l’acquisto di azioni proprie è possibile sono nei limiti degli utili distribuibili o riserve disponibili risultati dall’ultimo bilancio approvato.
Una società può quindi acquistare azioni proprie solo se nell’anno precedente ha realizzato utili che ha deciso distribuire e/o dispone di utile accantonati degli anni precedenti (riserve).
L’acquisto di azioni proprie è rigorosamente disciplinato dal codice civile con lo scopo di evitare fenomeni di annacquamento di capitale. Tale fenomeno si realizza quando il capitale sociale effettivo è minore del valore iscritto in bilancio.
L’acquisto di azioni proprie crea proprio questa distorsione. L’unico modo per evitare questa distorsione è appunto acquistare azioni proprie con l’utile o facendo ricorso a riserve precedentemente costituite.
Tieni in oltre presente che in questo articolo i termini “acquisto di azioni proprie” e “sottoscrizione di azioni proprie” sono stati utilizzati come sinonimi.
In realtà sono due concetti diversi e la sottoscrizione di azioni proprie, ovvero l’acquisto di azioni proprie in fase di emissione di nuove azioni, è SEMPRE VIETATA dal codice civile.
Per ora è veramente tutto!
Buon investimento.
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Ma ve ne rendete conto che la sottoscrizione è una cosa ( su cui vi è il divieto, tra l’altro) e l’acquisto un’altra? Confonderle non è il massimo..
È stato chiaramente indicato nel paragrafo finale.
una perplessità, nel caso in cui gli oneri finanziari aumentino impattando il conto economico (minori utili) il rapporto P/E dovrebbe aumentare a fronte del denominatore che diminuisce giusto?
Se vengono acquistate a debito questo può verificarsi. In questo caso occorre vedere quale dei due effetti prevarrà, quello dell’impatto degli oneri finanziari o quello della riduzione delle azioni in circolazione che fanno aumentare il denominatore.
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In pratica, le societ non hanno trovato una alternativa migliore per impiegare i propri capitali (per esempio investendo in macchinari, in ricerca e sviluppo, in acquisizioni di tutta o una parte di una societ concorrente ). Significa che l attivit in cui l azienda opera non rende almeno quanto serve per remunerare gli azionisti che vi hanno investito. Non solo: un ulteriore elemento di rischio per i prezzi delle azioni in futuro dipende dal fatto che molte operazioni di buyback sono finanziate con nuovi debiti, specialmente in periodi di bassi tassi di interesse. Ma quando i tassi ricominciano a salire, questo nuovo debito pesa sui bilanci.